Trasporto aereo tra luci e ombre - Intervista all’ing. Luciano Ticca Presidente So.G.Aer

In un'Isola in cui le comunicazioni, la frequenza e l'affidabilità dei collegamenti rivestono un'importanza decisiva per lo sviluppo economico e sociale, l'applicazione della legge sulla continuità territoriale è un traguardo obbligato. Rappresenta, infatti, un irrinunciabile volano sulla strada di una rinascita da sempre indissolubilmente legata al potenziamento dei mezzi di trasporto, in particolare di quello dell'aria.


Ciò malgrado, trascorso invano il 2004, la tanto auspicata continuità territoriale sulle rotte aeree sarde resta ancora una scommessa dall'esito incerto. Accade così che l'aeroporto di Cagliari-Elmas, progettato e realizzato come modernissima e polifunzionale “città del cielo”, paradossalmente, veda oggi la sua vocazione frenata da un ostacolo che, con un briciolo di buon senso politico, avrebbe dovuto già da tempo essere superato.

Di questo, ma non soltanto, abbiamo ritenuto interessante parlare con l'ingegner Luciano Ticca, presidente della SO.G.AER, la società che gestisce lo scalo, per fare il punto sulla situazione e sulle prospettive del settore.

- Presidente, una domanda scontata: la continuità territoriale, ovvero una “querelle” che sembra infinita.
- Chiariamo subito che per noi gestori l'eventuale varo della legge rappresenta un atto politico di cui siamo destinati a subire le conseguenze, siano esse positive o negative. Ciò premesso, l'evidenza dei fatti dimostra che il problema, con tutte le sue implicazioni, doveva essere affrontato per tempo  e non all'ultimo momento, vale a dire alla scadenza della proroga. Il governo regionale, soprattutto,  doveva muoversi prima.

- Ma la continuità territoriale, così come è stata applicata fino ad oggi in Sardegna, si può affermare che in qualche misura funzionasse?
- Assulutamente no. Razionalizzando il passato, devo dire che quel regime costituiva né più né meno che una iattura. Mi spiego: il nostro aeroporto è nato per proporsi come strumento propulsivo dello sviluppo dell'area vasta cagliaritana e dell'intera Isola. La continuità territoriale, così come era applicata, ne impediva tout court la crescita.

- In che modo ?
- Nel modo indicato dalla realtà delle cifre del traffico aereo nell'aeroporto nel 2004. Un traffico che ha registrato, in percentuale,  un aumento del 65% per quanto riguarda i voli charter, del 16%  per tutte le altre rotte e , al contrario, incredibilmente, una diminuzione pari al 9%  sulle tratte per Roma e Milano, quelle cioè che dovrebbero essere le più affollate. La chiave di lettura? Semplice: la gente vuol partire, ma troppo spesso ne è impedita perchè non trova posto negli aerei. C'è, insomma, una grave carenza di offerta da parte delle compagnie, con voli accorpati in determinati orari. In due parole: pochi voli, ma stracolmi.

- Un quadro a dir poco desolante.
- Certamente. Specialmente se si considerano le ricadute su un'infrastruttura primaria per lo sviluppo come è un aeroporto internazionale in una città ed in un'isola a dimensione turistica.

- Esaminate le storture, esiste un qualche rimedio per uscire dalla crisi?
- L'alternativa possibile potrebbe essere la creazione dei cosiddetti “pacchetti di rotte”. Costruire, cioè, un ventaglio di tratte aeree che comprenda, agli estremi, la più ambita e la meno appetibile. Ciò fatto,  non ne resta che affidare ad una gara l'assegnazione. Devo sottolineare, tuttavia, che per adottare questa soluzione forse siamo già fuori tempo massimo.

- Parliamo della gestione dello scalo. Soddisfatto dei risultati fin qui ottenuti?
- Non posso non esserlo. Tenga presente che il nostro aeroporto è stato progettato con un obiettivo preciso quanto prestigioso: raggiungere il tetto dei quattro milioni di passeggeri l'anno. Attualmente abbiamo raggiunto la cifra di due milioni e 300mila, rispettando pienamente il tasso di crescita che ci eravamo imposti. Ma non dobbiamo cullarci sugli allori, perchè siamo come un grande albergo che, per far quadrare i conti, ha bisogno di avere sempre  le camere occupate. Per questo bisogna darsi da fare, prendere iniziative, trovare sbocchi nuovi, prestare la massima attenzione al mercato.

- Ad esempio ?
- Cercando in ogni modo di aumentare il traffico di passeggeri attraverso continue trattative con i vettori. Soprattutto per inserire stabilmente Cagliari e la Sardegna nelle grandi agende dei voli internazionali. A questo proposito, posso anticipare che a breve scadenza partiranno nuovi collegamenti diretti con la Russia, la Spagna, l'Inghilterra, la Germania e il Belgio.

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