Festa Bielorussia in aeroporto

Strabuzzano gli occhi. La stanchezza del viaggio si legge nei loro volti ma dall’azzurro chiaro degli sguardi sprizza la gioia di essere sbarcati in quella terra che da 10 anni li abbraccia come figli. 300 piccoli Bieolorussi tra i 7 e 12 anni arrivano a Cagliari. Altrettanti lasciano l’isola.


Gioia e tristezza. Felicità e malinconia. Emozioni, forti emozioni, che coinvolgono tutti. La zona partenze, intorno alle 9.00, accoglie i piccoli che lasciano la Sardegna dopo un mese di permanenza. Tra mille braccia protese, per l’ultima carezza, anche i passeggeri più distratti non riescono a trattenere le lacrime.
In contemporanea, a poche centinaia di metri, si respira un altro clima: nel business centre, i loro connazionali fanno festa: amicizia un volo oltre i confini. E’ questo lo slogan della manifestazione.

6 ore di pullman per raggiungere Minsk e le successive tre di volo diventano già un lontano ricordo. Un’accoglienza atipica quella voluta dai vertici della Sogaer: clowns, capellini ricordo, le cartoline da spedire e una ricca colazione. Il soggiorno nell’isola rafforza il sistema immunitario dei bambini ospitati restituendo loro la speranza di una vita normale.

Il momento di festa  passa rapidamente: un saluto agli amici e si corre nei pullman che porteranno i piccoli nel centro e nord Sardegna.

Quell’abbraccio tanto atteso non è rimandato per i 140 piccoli che vengono ricevuti dalle Associazioni di Sestu e Cagliari. “Mamma e Papà” sono pronti ad accoglierli nelle sale allestite per l’occasione: un nome scandito al microfono, una risposta dal fondo della sala. Si aprono le braccia. Devono attendere qualche minuto in più i giovanissimi che vivono questa esperienza per la prima volta. Ma poi, finalmente, anche a loro la vita regala un sorriso, un caldo abbraccio. Gesti capaci di far dimenticare, in parte, il 26 aprile 1986: Chernobyl.

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